Trentino, 21 - 24 settembre 2006
Ritorna la bella immagine dell’albero e delle sue radici, per indicare anche questa volta i profondi legami che legano al Trentino le comunità di trentini emigrati all’estero. Centoventicinque anni fa il flusso di famiglie, che dalle nostre valli andavano a cercar fortuna anche in terre lontane e lontanissime, fece rotta sul Messico, terra sconosciuta ai più e che li “inghiottì” nascondendoli per molto tempo al ricordo di chi era rimasto.
A chi oggi guarda a questi episodi di lontana emigrazione con l’indifferenza o con l’ovvietà di chi non si sente toccato, di chi non pensa di essere coinvolto emotivamente da storie così datate e così distanti nel tempo vogliamo dire che questi nostri nonni e bisnonni ci sanno dare una lezione di serietà e di mitezza d’animo, di caparbietà e di fiducia nelle proprie braccia e nel proprio cuore, sempre e comunque. Anche per queste ragioni, confido che le celebrazioni per i 125 anni della prima emigrazione trentina in Messico possano essere l’occasione per molti nostri giovani di riscoprire una delle pagine più dure e più importanti della nostra storia. Oggi, quell’albero dalle radici ben piantate nella nostra terra fra i monti, ha rami e fronde che si muovono ai venti dei cinque continenti: il caldo vento del Messico – con le sue musiche, la sua cucina, le sue tradizioni – soffierà per cinque giorni sulle nostre valli e nelle nostre contrade, ricordandoci il coraggio di quei nostri antenati che non abbiamo dimenticato.