Alessandro Belleli

fra neve e Covid19 in Norvegia per sperimentare diversi modi di vivere

Data: Venerdì, 19 Giugno 2020

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Descrizione

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Alessandro, raccontaci qualcosa di te….

Mi chiamo Alessandro Belleli, sono nato a Mezzolombardo nel marzo 1983. Sono un antropologo, fotografo e filmmaker dell’artico con un grosso punto debole: una profonda e sistematica attrazione verso il Sud. Essendo nato in una terra di mezzo come quella trentina, sono sempre stato (a mio avviso fortunatamente) diviso ed attratto da due opposte direzioni: il Nord ed il Sud geografici, culturali e soprattutto temperamentali.
Come fotografo, filmmaker & antropologo, ho lavorato in Danimarca, Groenlandia occidentale, Brasile e Norvegia settentrionale. I miei lavori sono stati esposti e pubblicati dalla RAI tv nazionale italiana, da NRK Tv nazionale norvegese e dall'Istituto italiano Polare Zavatti.
I mie viaggi e ricerche cominciano nel 2001 e come punto di partenza hanno un’irrefrenabile curiosità e l’ostinata ed antropologica convinzione che la realtà sia immensamente più misteriosa di ciò che si possa vedere, che per cominciare a capire anche solo qualcosa di un luogo e delle sue persone ci si debba per forza prendere del tempo: fermarsi e partecipare, provare a diventare anche se solo per un anno (o anche meglio, di più) l’altro: tentare delle possibili vie, degli altri modi di vivere.
A partire dal mio primo viaggio nel 2001, negli ultimi 19 anni ho quindi vissuto, studiato e lavorato (ad un ritmo che varia dai 4 mesi a qualche anno) in diversi luoghi e città, fra i quali la “calexicana” San Diego (California), la vibrante e effervescente Utrecht (Paesi Bassi), la mugugnona ed affascinante Genova, il controllato ghiaccio bollente, alias Copenaghen (Danimarca), il confine di sopravvivenza umano e di vita terrestre di Kangerlussuaq (Groenlandia), la tropicale immensa giungla di cemento di San Paolo (Brasile), e la capitale dell’artico e delle aurore boreali, Tromsø (Norvegia) dove vivo dal 2013.

Di cosa ti occupi?

Nella mia vita ho fatto i lavori più svariati per pagarmi gli studi e le bollette: ho lavorato come ricercatore ed archivista di foto storiche dell’artico, come fotografo/cacciatore dell’aurora boreale, come responsabile marketing digitale ma anche come operaio di serra, cameriere, operaio in fabbrica, portiere notturno, impacchettatore di polli, etc etc.
Da due anni lavoro come responsabile della comunicazione e della competenza mediatica nei giovani per il centro culturale e di produzione artistica Tvibit https://tvibit.net/, maggiore motore della creatività e dell’innovazione nella campo della cultura e dell’arte a Tromsø e nella Norvegia del Nord. Fra le altre cose, coordino la comunicazione fra i mie colleghi, gestisco un gruppo di fotografia per giovani, faccio interviste e ritratti sia fotografici che video ad artisti e creativi dell’artico norvegese.
Come secondo lavoro e progetto personale, sto lavorando ad un docufilm dal nome “Creando il futuro dell’artico”. Come neopadre nell’artico, preoccupato per il futuro di mio figlio a causa della crisi climatica e dello sviluppo petrolifero dell’artico norvegese, ho deciso di incontrare, ascoltare e filmare chi vive in questi luoghi, accompagnare anche se solo per un po’ le loro vite ed approfondire le loro visioni, aspettative e speranze di rispetto a questo enorme tema ed rischi ambientali-climatici connessi. Parte del documentario sarà filmato anche in Trentino e in altre zone d’Italia, quando il Covid-19 lo permetterà. Il progetto è stato presentato alla Conferenza internazionale sul clima di Bergen in Gennaio ed è appoggiato dal centro per il cinema della Norvegia del Nord e dall’Ambasciata italiana ad Oslo.

Seguendo il lavoro degli artisti, di cosa ti sei occupato per loro?

Uno dei motivi per cui decisi di vivere nell'Artico è perché ero affascinato dal rapporto tra la natura e la creazione di musica, ed arte nell’estrema periferia umana. Volevo incontrare queste persone, perché la connessione con la natura in Trentino è sempre stata un’ispirazione molto forte per scrivere per me, il limite delle montagne e la periferia della provincia, uno stimolo per vedere oltre e creare. 
Ora, dopo anni e anni di sacrifici, studi, ho finalmente raggiunto la possibilità di fare della mia passione un lavoro: fotografare, filmare, intervistare e chiacchierare sia con i maggiori artisti come Per Martinsen, pioniere e precursore della musica elettronica del Nord, per band come Royksopp e tante altre prima e dopo di loro, ma anche con i giovani talenti che sono agli albori della loro ricerca artistica e personale.

La situazione per il campo della cultura e dell’arte nella Norvegia del Nord è più favorevole che in Italia perché il creativo è visto come una risorsa, motore di innovazione ed è parte di un’economia più consolidata. Innovazione, tecnologia, cultura e arte, sono capitoli centrali per lo sviluppo locale e dei talenti, un modo per trattenere e far crescere l’economia soprattutto tramite i giovani. Una strada da seguire, che credo potrebbe giovare molto ad un territorio ricco di risorse culturali come quello del Trentino ma anche nel resto d’Italia.

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Come è la situazione climatica e ambientale in Norvegia e in particolare nella zona in cui vivi?

Tocchi un tasto dolente :D.. Un inverno lunghissimo questo appena trascorso (la neve nel giardino si è sciolta da 10 giorni) ancora più lungo del solito a causa del corona prima e della neve che continuava incurante, 8 mesi ininterrotti di neve.. non è normale neanche per Tromsø, a 360 km a nord del circolo polare artico. 

I meteorologi avvertono che si potranno avere nevicate maggiori e piogge intense in futuro (atipiche qui) a causa dei cambiamenti climatici, qui gli effetti dei cambiamenti del clima si sentono e vedono gli effetti molto di più che nelle zone dell’Europa di mezzo e al Sud.

In generale non abbiamo temperature molto rigide qui, essendo baciati dalla corrente del Golfo, il minimo storico è stato di -18, ma le medie nel mese più freddo sono intorno ai -2 gradi. Ma la neve è stata tanta, un inverno infinito con 2 mesi senza il sole (con luce soffusa dalle 10 alle 14).

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Hai avuto modo di documentare qualcosa riguardo a questo attraverso la fotografia?

Ho documentato la vita ai tempi del corona e post corona con la macchina fotografica, scrivendo e filmando un po', soprattutto la vita in città ma anche attraverso brevi interviste di alcune famiglie dell'asilo di mio figlio Leo. Inoltre come dicevo seguo altri artisti e creativi al mio lavoro, che stanno passando attraverso una crisi un po' pesante, senza possibilità di suonare/filmare/lavorare e avere un reddito. Speriamo che la situazione migliori presto.

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Come avete vissuto l’emergenza coronavirus?

È stato molto impegnativo sia a causa dell’inverno che del virus, ma anche la distanza dall’Italia si è fatta sentire. Difficile sentire e leggere della situazione italiana ed in Trentino, degli amici e parenti senza poter aiutare, dalla distanza. Per quanto riguarda la comunità italiana a Tromsø, tutti i lavoratori stagionali sono stati rimpatriati anche se con dei ritardi dovuti ai blocchi imposti dalle autorità. La situazione qui al Nord è molto migliore che in altre aree della Norvegia come Oslo e l'inverno peggiore degli ultimi 30 anni per assurdo ha aiutato a limitare molto il contagio (3 morti in totale per corona virus in una cittadina di 75000 abitanti come Tromso).

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Il mondo dell’infanzia come ha reagito a questo periodo?

I bambini hanno avuto molto tempo di rimanere a casa con i genitori, un’opportunità per stare assieme ma entro limiti molto grandi dettati dal clima e anche dal virus, quindi una situazione non facile da gestire per loro e per i genitori, soprattutto per quelli che vivono in appartamenti piccoli.
I bambini qui sono abituati a correre fuori tutto il tempo anche sotto la neve, quindi difficile trovare giochi da fare dopo diverse settimane e si sentiva il tempo che passava e il bisogno di normalità, socialità, di andare oltre l’inverno.

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Hai avuto modo di intervistare altre famiglie, ti va di condividere il lavoro fatto?

Ci sono state molte restrizioni e le famiglie erano molto preoccupate per il contagio, gli asili hanno chiuso e sono stati ricoperti da metri di neve, sembrava che l’inverno si volesse portare via tutto. Ho cominciato a fotografare e parlare alcune famiglie, erano tutti molto felici di fare due chiacchiere e condividere un po’ delle loro preoccupazioni ed emozioni, tutti avevano bisogno di parlare e venivi quasi fermato per strada, seppur a distanza.
Ecco la testimonianza diretta di Lise Kværnstuen, madre di Helene, 3 anni, compagna di classe di mio figlio Leo:
"I giorni sono un po 'lunghi, fuori è inverno e fa freddo. E quest'anno la primavera sembra molto in ritardo. Siamo già a maggio ed abbiamo ancora più di un metro di neve. Diventiamo ciò che chiamiamo malati del tempo = desiderio di sole e caldo. Ci accorgiamo dall'umore, è difficile trovare cose che Helene possa fare. Dopo un po’ si annoia. Helene spesso parla dei suoi amici e le mancano molto. Un po’ di FaceTime per rimanere in contatto con amici e familiari.
Speriamo che noi ed Helene rimarremo sani di mente e corpo. E che si trovi un vaccino che può sradicare il corona, come abbiamo fatto per altre malattie. Vogliamo che Helene sia in grado di viaggiare come abbiamo fatto e di sperimentare sia la Norvegia che altri paesi e culture. E che ci si possa avvicinare di nuovo ed essere abbracciati l'uno con l'altro, mostrare che ti prendi cura l'uno dell'altro. Che si possa essere sociale con amici e familiari senza tutte le restrizioni. Vogliamo che il mondo sia di nuovo "normale" 

Sappiamo che sei sposato con una ragazza brasiliana, come vivete e come avete vissuto da lontano la situazione legata al coronavirus in Brasile e Italia?

Sembra un po’ la staffetta del corona, una maratona: prima in Italia, poi subito qui in Norvegia, poi quando piano piano la stretta si allenta, le preoccupazioni per la nostra famiglia in Brasile, quella di Sarah. E’ dura, ma siamo fortunati che finora tutti stiano bene, incrociamo le dita, ricordiamo sempre a loro di mantenere le distanze e tutte le norme di sicurezza. Con il corona è come se il mondo fosse tornato quello di almeno 100 anni fa, le distanze sono tornate ad esistere, non colmate da voli low cost e la possibilità di vedere i tuoi cari, la lontana Norvegia artica si fa ancora più fredda e remota.. 
Ma, ma il sole oggi pur splende, e l’estate è arrivata anche qui al Nord, finalmente, come un tiepido ottimismo.

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Ti va di mandare un messaggio alla Community di MondoTrentino?

Vorrei salutare tutti i Trentini sia autoctoni, che emigrati ed immigrati, spero che l’ottimismo e la concentrazione ci aiuti a non fare passi falsi ma a muoversi in maniera decisa verso la normalità. Grazie per aver letto, felice condividere con voi un po’ di pensieri e percorsi, curioso di leggere i vostri.

Pagina Fb per seguire il lavoro di Alessandro come fotografo/antropologo/filmmaker:

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Ha partecipato a...
Interscambi giovanili - Youth Exchange Programme

Dal 1999 la Provincia autonoma di Trento ha attivato un programma di interscambi giovanili volto a favorire la reciproca conoscenza tra giovani, nati e vissuti all’estero, di famiglia di origine trentina ed i loro coetanei che vivono in Trentino.

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Ultimo aggiornamento:Mercoledì, 23 Giugno 2021