Marco Alessandrini e Irene Oberosler

la storia di due trentini sposati e con tre figli, che lavorano e vivono in Germania

Data: Martedì, 22 Febbraio 2022

Immagine: 1_Pixabay_Marburg d'inverno
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Descrizione

...Se nel 2008 

 

Se nel 2008 - quando Ferrero mi ha contattato per una posizione in Germania - qualcuno mi avesse detto che nel 2022 sarei stato in Germania a Marburg con tre figli nati là, gli avrei risposto: “Impossibile!”. E invece è andata proprio così… 

Immagine: negli uffici di francoforte

 

Chi sei e da dove vieni? Qual è stato il tuo percorso di studi e formativo?

Mi chiamo Marco Alessandrini, sono nato a Trento e ci sono rimasto senza interruzioni fino a 38 anni. Ed è trentina anche mia moglie, Irene Oberosler. Ho frequentato le scuole elementari Crispi, poi le Medie al Conservatorio Gianferrari (oggi Bonporti), le superiori al Liceo Scientifico Leonardo da Vinci ed infine la Facoltà di Ingegneria a Mesiano. Irene invece ha fatto elementari e medie a Vigolo Vattaro, il Liceo Classico Giovanni Prati e si è laureata in Fisica a Povo.

Quando hai iniziato a lavorare, dove?

Dopo aver passato qualche mese nel Laboratorio di Ceramurgia con il Prof. Sglavo, dove mi sono laureato, ho iniziato a Lavorare a Rovereto alla Adler un’azienda di componenti per le motociclette, per poi passare alla Seeber (oggi Röchling Automotive) – azienda tedesca che opera nel settore Automotive - a Laives dove sono stato per 9 anni e dove ho anche incontrato mia moglie Irene.

Che esperienze lavorative hai fatto e cosa fai attualmente? 

L’esperienza nel mondo Automotive è stata indubbiamente molto formativa perché molto complessa e stressante. C’è un’altissima attenzione ai costi e alla qualità, per cui ogni ingranaggio della produzione e della filiera deve funzionare alla perfezione. Io ho lavorato in funzioni trasversali come la qualità e gli acquisti, che mi hanno permesso di vedere l’Azienda a 360 gradi, dall’ingegneria alla prototipazione, dalla produzione fino alle vendite. Irene dopo 10 anni nella stessa azienda, dove si è occupata di diversi aspetti della qualità (produzione, cliente, sistema), avendo in tasca anche un Diploma di Canto al Conservatorio di Trento è passata ad insegnare in alcune scuole musicali e a occuparsi di canto e musica, che sono le sue grandi passioni. 

Poi nel 2009 il salto in Ferrero, un’azienda familiare italiana, ma multinazionale a tutti gli effetti, con più di 45.000 dipendenti, 50 fabbriche sparse in tutto il mondo e 14 Miliardi di fatturato.

Ho iniziato in Ferrero come responsabile degli acquisti tecnici per lo stabilimento tedesco, poi sono passato ad una responsabilità globale sugli acquisti degli impianti di processo (cioè l’acquisto di tutti i macchinari che servono per produrre e incartare i cioccolatini e riempire i vasetti della Nutella!). È stato un ruolo molto stimolante, che mi ha permesso di sviluppare un mix di competenze manageriali, commerciali e tecniche.

In quegli anni – fino all’arrivo del Covid - ho viaggiato in molte parti del mondo, visitando le diverse fabbriche Ferrero e i molti fornitori Ferrero ed entrando in contatto con persone di tante nazionalità diverse: dalla Cina agli Stati Uniti (Paesi in cui sono stato molte volte) poi India, Russia, Canada, Messico, Brasile, Cile e ovviamente molti Paesi europei. 

Da qualche mese mi è stato assegnato il ruolo di responsabile degli acquisti per la Germania, quindi non mi occuperò più solo di macchinari ma anche di materie prime, imballi, impianti e servizi per lo stabilimento Ferrero in Germania (il più grande del Gruppo, con quasi 5.000 dipendenti) e per gli uffici commerciali e amministrativi di Francoforte.

Immagine: convention (1)

E la tua famiglia, ce ne vuoi parlare?

Il trasferimento all’Estero ha comportato una “certa” rivoluzione nelle nostre vite private e professionali: tutti e due avevamo radici molto forti in Trentino e lo stacco non e’ stato facile. Siamo arrivati qui a Marburg soli - una bella cittadina universitaria non molto diversa da Trento per dimensioni e modo di vivere – e nel frattempo siamo in 5: abbiamo 3 bambini di 11, 10 e 8 anni. All’inizio non conoscevamo nessuno, ma ben presto abbiamo costruito una nuova rete di amicizie e conoscenze, inizialmente tramite i colleghi della Ferrero, ma poi soprattutto grazie ai bambini che offrono naturalmente occasioni di incontro e in effetti i nostri più cari amici qui sono famiglie con bambini dell’età dei nostri figli con cui abbiamo condiviso tutto, dal corso preparto fino all’inizio delle scuole superiori. Marburg oltretutto è una città universitaria caratterizzata da un'alta percentuale di persone che vengono da fuori e che quindi hanno voglia di conoscere gente nuova. Pur essendo una cittadina di provincia abbiamo conosciuto persone provenienti da diverse parti del mondo! 

Immagine: primo giorno di scuola con la tipica Schultüte

Ti senti ben integrato assieme alla tua famiglia nel tessuto sociale tedesco?

Mia moglie Irene è un “animale sociale” ed è impegnata in molte attività: insegna musica in diverse strutture, è insegnante di canto e appena può canta e fa concerti. Fa parte dell'associazione italo-tedesca “Il Ponte” e di un gruppo di lettura italiano di cui faceva parte anche la scrittrice Marisa Fenoglio, sorella di Beppe Fenoglio, purtroppo mancata recentemente.

I bambini suonano nella scuola musicale di Marburg e fanno molto sport. Lorenzo, il maggiore, fa parte del “Parlamento dei giovani”, una bella iniziativa che c’è in molte città tedesche, che sarebbe bello potesse essere introdotta anche in Italia: i bambini e i ragazzi del parlamento giovanile si riuniscono una volta al mese con i politici della città e discutono di varie tematiche, da possibili migliorie alla viabilità a progetti culturali, di integrazione o di ecologia. 

In definitiva possiamo dire che ci siamo integrati davvero bene, e lo dimostra il fatto che in passato abbiamo preferito rinunciare ad altri spostamenti per lasciare che i ragazzi crescessero qui, dove sono nati, dove ci sono i loro amici e le loro attività, perché esattamente come le abbiamo avute noi, così desideriamo che anche loro abbiano radici forti e sicure, non facendogli dimenticare naturalmente mai la loro parte italiana: parlano correttamente l’italiano (con un po’ di accento di cui noi non ci accorgiamo più, ma che fa sorridere i nostri famigliari e amici italiani …), e gli stiamo insegnando anche a scriverlo correttamente. Abbiamo tutti la doppia cittadinanza e in ogni vacanza ci aspetta la nostra casa in Trentino che anche i bambini amano, come amano la nostra terra, la lingua, le usanze e ovviamente tutti i nostri famigliari e amici con cui ci ritroviamo regolarmente nei nostri frequenti rientri. 

Quali sono state le motivazioni che ti hanno portato a spostarti altrove?

La motivazione principale è stata il desiderio di evolvere professionalmente, ma credo che inconsciamente ci fosse sotto la voglia di uscire da una routine e da un mondo conosciuto per mettersi alla prova in un contesto completamente nuovo e diverso. Ed è stata davvero un’esperienza bellissima e molto arricchente. Varcare i confini, non solo geografici ma anche del proprio modo di pensare e vedere le cose, confrontarsi con un nuovo Paese, nuove usanze e linguaggi è una delle cose che più ci apre la mente e ci insegna la tolleranza. 

Immagine: piazza del mercato

Quali sono le cose che ti piacciono maggiormente del luogo in cui sei ora e le cose che ti piacciono meno?

Partiamo dall’assunto che l’Italia è il più bel Paese al mondo! Per le bellezze artistiche e naturali, il meteo e il cibo, la spontaneità’ e il calore delle persone…Ma anche della Germania si possono apprezzare molte cose: ad esempio, guardando l’ambito del lavoro, forse i tedeschi mediamente lavorano “meglio” di noi italiani (e forse anche un po’ meno): sono piu’ ordinati e pragmatici. L’organizzazione aziendale e le responsabilità individuali sono molto chiare e ben definite. Raramente le riunioni sono lunghe e si è molto orientati a trovare modi efficaci di prendere decisioni. 

Oppure il modello scolastico. I bambini vanno a scuola volentieri e con passione; fin dal primo anno di superiori (che qui iniziano dalla quinta elementare, poiché’ non ci sono le scuole medie) si studia molto l’inglese e chi vuole può scegliere anche il latino (come hanno fatto i nostri figli, con grande orgoglio dei loro genitori…). 

Il doposcuola inoltre offre innumerevoli opportunità di approfondire le passioni più disparate: il gruppo lettura, l’astronomia, lo sport (pallavolo, pallacanestro,…), solo per citarne alcune.

Una cosa che ci ha colpito molto e’ come la scuola tedesca sia alla continua ricerca del talento in ogni singolo ragazzo e come lo stimoli costantemente con programmi individuali.

Le vacanze estive sono più corte (6 settimane) ma poi ne hanno altre distribuite durante l’anno (per esempio due settimane in ottobre) e così non arrivano mai troppo stanchi, né è difficile per le famiglie organizzare l’accudimento dei figli se durante le vacanze dei figli loro devono lavorare.

Molto bella è l’importanza che in Germania viene data alle feste e alle ricorrenze, ai rituali: non solo il Natale, di cui tante tradizioni sono diventate tipiche anche in Italia, si pensi ad esempio al calendario dell’avvento, ma anche la Festa delle Lanterne nel giorno di S. Martino, la Pasqua, e in generale tutti gli inizi e i passaggi sono molto “ritualizzati”: per esempio l’inizio della scuola viene festeggiato con una vera e propria festa con tanto di invito a parenti e amici. Ai tedeschi, quindi, piace festeggiare e ogni motivo è buono per farlo! 

Un altro aspetto positivo è il verde nelle città, anche quelle più grandi sono in generale più verdi delle nostre, hanno molti parchi e i lunghi fiumi sono molto curati e pedonabili. 

Un ultimo accenno alla musica: mia moglie, cresciuta nel mondo della coralità trentina, purtroppo qui non ha trovato una realtà paragonabile a quella, ma in generale l’educazione musicale è più diffusa, quasi tutte le scuole hanno un’orchestra (senza essere scuole ad indirizzo strettamente musicale), così che tutti i bambini e i ragazzi hanno l’occasione almeno per qualche anno di suonare uno strumento musicale. In generale ci sono grandi differenze nel sistema scolastico, ma questo ci porterebbe troppo lontano! 

Come aspetti meno positivi i tedeschi amano in genere meno le novità e le sorprese, conoscono meno la spontaneità, cercano sempre di pianificare. E questo vale anche nella vita privata. Di solito le vacanze sono pianificate con molti mesi in anticipo! Le relazioni lavorative sono forse un po’ più fredde, ma più semplici. I tedeschi si stupiscono sempre di come noi italiani prendiamo le cose lavorative molto sul personale.

Immagine: marburg al tramonto

Se non aveste avuto una famiglia, difficilmente saresti rimasto a vivere in Germania?

Credo che se non avessimo avuto figli, avremmo fatto altre esperienze in altri Paesi (gli Stati Uniti in particolare mi affascinano moltissimo) e forse saremmo tornati più facilmente in Italia, molti colleghi lo hanno fatto. Come dicevo prima, noi abbiamo preferito dare ai bambini una certa stabilità. Non sono sicuro che per i bambini sia bello ogni 5-6 anni cambiare città, abitudini, lingua, Paese. Credo che abbiano bisogno di una certa routine, una base sicura per crescere. Ma è una convinzione personale non so quanto sia “scientifica”!

Come state passando questo ultimo periodo con la variante Omicron del Coronavirus? Come avete affrontato questi ultimi due anni di pandemia?

Durante la Pandemia anche in Germania le scuole sono state chiuse per alcuni periodi (anche se per meno tempo rispetto all’Italia). Anche qui la didattica a distanza – on-line non è proprio stata un successo. I ragazzi hanno comunque reagito bene perché la stagione era bella ed erano sempre fuori in Giardino e in tre si facevano compagnia a vicenda.  Inoltre, la situazione non è stata così drammatica come purtroppo è stata in Italia per cui il lock down non è stato così duro e nei mesi della primavera del 2020 abbiamo potuto vedere saltuariamente anche amici e i vicini di casa. Per me poi è stata un’occasione per essere più a casa e passare più tempo in famiglia dopo diversi anni di trasferte lunghe in molte parti del mondo.

Immagine: la nostra amata vigolana

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Un piccolo aneddoto per guardare al futuro: Uno dei nostri figli dice che vorrebbe una morosa (usa proprio questa parola!) mezza tedesca e mezza italiana e che sappia bene l’inglese per poter andare a vivere in America…così sono i giovani oggi: confini sempre più aperti e ampi orizzonti. Con il Trentino sempre nel cuore.

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Ultimo aggiornamento:Giovedì, 05 Maggio 2022