La famiglia di Emma Cimonetti

da Valle San Felice al Brasile

Data: Mercoledì, 23 Marzo 2022

Immagine: foto_capa_ferrarese (2)

Descrizione

La famiglia di Emma Cimonetti

All'inizio del 1911, nostro nonno Remo Ferrarese, allora di 4 anni, insieme ai fratelli minori Romulo e Yolanda e ai loro genitori Primo Ferrarese ed Emma Cimonetti, lasciarono la loro casa a San Felice e, portando i loro pochi averi, andarono a piedi a Rovereto, dove presero il treno per Genova. Lì si imbarcarono sul piroscafo di terza classe "Regina Elena con destinazione Brasile. A volte sentivamo nostro nonno dire "viaggiavamo in terza classe perché non c'era una quarta classe,i soldi che avevamo non permettevano niente di meglio".

Nonno Primo invece veniva da Cavarzere, in Veneto, mentre nonna Emma era di Valle San Felice. Proprio come l’altro nostro nonno ha sempre conservato ricordi di quei pochi anni che aveva vissuto lì. Soprattutto dei terrazzamenti con i vigneti e gli edifici che sono presenti nella valle anche oggi. Oltre al buon ricordo di nostro nonno della vita in Trentino, la morte prematura di Augusta a 33 anni a Bragança Paulista, dove vissero all'inizio della loro vita nel nuovo paese, ha fatto sì che mia madre, allora di 5 anni, venisse  cresciuta dalla nonna Emma, che era trentina fino al midollo!

Ecco perché abbiamo sempre sentito parlare del Trentino come riferimento di origine italiana. Cavarzere e il Veneto, da dove proveniva la famiglia Ferrarese, sono entrati nella nostra memoria solo di recente, quando abbiamo cercato di ricostruire l'albero genealogico. Insomma, ci sono momenti in cui ci vediamo più come "Cimonetti" che come "Ferrarese". Tanto che abbiamo la cittadinanza italiana in base alla legislazione speciale del Trentino, il che ci rende molto orgogliosi!

Nonno Primo, che aveva servito l'esercito italiano nella Prima Guerra italo-etiopica (1895-96), si stabilì in Brasile e lavorò nel settore della falegnameria e carpenteria. Nel tempo libero riparava orologi. Nonna Emma faceva il pane, serviva i pasti ad altre persone e si prendeva cura della famiglia che andava crescendo. I tre piccoli italiani Remo, Romolo e Yolanda videro arrivare altri cinque fratelli: Mafalda, Romão, Spartaco, Armanda e Aldo.

Nel 1935/36 Remo e Spartaco si trasferirono a Londrina, nel nord dello Stato del Paraná, e fondarono la Serraria Ferrarese (segheria). Con l'intensa deforestazione per far spazio alle piantagioni di caffè, il legno era abbondante. All'inizio degli anni '40, i due fratelli decisero di trasferire la segheria all'interno del comune e fondarono la tenuta Irerê. Negli anni seguenti i fratelli seguirono strade diverse. Remo divenne un coltivatore di caffè, possedeva una riseria, era un pescatore, divenne un pioniere a Umuarama, nel nord-ovest del Paraná e, nella sua vecchiaia, passò molto del suo tempo a creare oggetti artistici in legno. A volte usando un piccolo tornio, anche se aveva perso la vista ad un’occhio a causa di un'operazione di cataratta non riuscita. Spartaco aveva un bar, faceva il tassista, produceva anche caffè e aveva riaperto una segheria, dimostrando che la vocazione a lavorare il legno era nel sangue.

Entrambi erano talmente stimati  a Londrina, che la comunità cittadina dedicò loro nomi di vie come atto di riconoscimento ufficiale di quanto avevano contribuito a realizzare come pionieri e uomini dedicati al lavoro. Questa saga è presente nel libro "La storia dei Ferrarese" (Midiograf, 2018), di cui è autore il giornalista e scrittore Wilhan Santin, con revisione della storia a cura di Silvandira Ferrarese de Almeida, figlia di Remo e Alderi Luiz Ferrarese, uno dei figli di Spartaco. Secondo Santin "il libro educa con l'esempio. Remo e Spartaco, impegnati a costruire basi finanziarie per le loro famiglie hanno trasmesso ai loro discendenti valori come l'etica, la responsabilità e l'amore per la storia familiare". La curiosità per la storia di famiglia da parte dei cugini Silvandira e Alderi ha portato alla realizzazione del libro e a 3 riunioni di famiglia dei Ferrarese (2008, 2011 e 2018). Il libro e le riunioni avevano tra i loro obiettivi quello di trasmettere le vicende storiche ai più giovani. O, come dice Alderi, "per dimostrare che non siamo nati in un'incubatrice".

Silvandira è deceduta  l'11 marzo 2020 e i suoi figli, Maria Eneida, Maria Inês, Marcos e Marcio, con i loro figli e nipoti vivono e lavorano a Londrina, Curitiba, Chapecó e Brasilia.  Altri discendenti Ferraresi/Ferrarese vivono e lavorano a Maringá, Francisco Beltrão, Rondonia, Mairiporã, Jundiaí, São Paulo.

Si sono sviluppate storie di pionieri anche da parte dei Cimonetti. È il caso della città di Pedrinhas Paulista, stato di San Paolo, dove uno dei fratelli di Emma si stabilì dopo aver trascorso diversi anni in Cile. Vi abitano tuttora i discendenti di Anilo Cimonetti: Velia Cimonetti Piccolo, Gianpaolo Cimonetti, Fabio Cimonetti.

Oltre alla nostra cittadinanza italiana, che abbiamo ottenuto poco più di 10 anni fa grazie al supporto del sig. Ivanor Minatti, all'epoca responsabile del Circolo Trentino di Curitiba, le nostre radici italiane si collegano ai discendenti della famiglia Cimonetti che sono rimasti in Italia. È il caso della dottoressa Silvana Senter, pediatra che ha lavorato per molti anni a Trento e ora vive a Rovereto (Borgo Sacco); del signor Marino, dei suoi figli Alessio e Michele. Con loro condividiamo del buon tempo quando abbiamo occasione di venire in Trentino.  

L'invito di MondoTrentino e l'iniziativa di salvare le storie dei Trentini emigrati è stato accolto molto bene, ci ha motivato a organizzare un po' di più le nostre memorie e ve ne siamo grati.

Marcio Almeida (Cimonetti) Curitiba PR, Brasile

 

La famiglia di Emma Cimonetti

No início de 1911, nosso avô Remo Ferrarese, então com 4 anos, juntamente com seus irmãos mais novos Rômulo e Yolanda e os seus pais Primo Ferrarese e Emma Cimonetti, saíram de sua casa em San Felice e, carregando seus poucos pertences, foram a pé até Rovereto onde tomaram o trem para Gênova. Lá chegando embarcaram na terceira classe do vapor “Regina Elena”, tendo o Brasil como destino. Ouvimos algumas vezes nosso avô dizer que “viajamos de terceira porque não existia quarta classe, uma vez que o dinheiro que tínhamos não permitia nada melhor”.

O nono Primo era oriundo de Cavarzere, na região do Veneto. Mas a nona Emma era do Valle San Felice. Assim como o nosso avô, que sempre teve lembranças daqueles poucos anos que viveu por lá. Especialmente das terraças com os vinhedos e as poucas construções que até hoje permanecem no Valle. Além da boa memória do nosso avô sobre a vida trentina, o prematuro falecimento da Augusta, com 33 anos, em Bragança Paulista, onde moravam no início da vida no novo país, resultou que minha mãe, então com 5 anos, tenha sido criada pela nona Emma, trentina da gema!

Daí porque sempre ouvimos falar da região trentina como referência da origem italiana. Cavarzere e o Veneto, de onde saíram os Ferrarese, só passaram a fazer parte das nossas memórias recentemente, quando buscamos reconstruir a árvore genealógica da família. Enfim, há momentos em que nos vemos mais como “Cimonetti” do que como “Ferrarese”. Tanto assim que temos a cidadania italiana com base na legislação especial da região trentina, o que muito nos orgulha!

O nono Primo, que tinha servido ao Exército italiano na Primeira Guerra Ítalo-Etíope (1895-96), ao se instalar no Brasil se dedicou a trabalhos em oficina de marcenaria e de carpintaria. Nas horas vagas consertava relógios. A nona Emma fazia pães, servia refeições a terceiros e cuidava da família que não parava de crescer. Os três italianinhos Remo, Rômulo e Yolanda viram chegar mais cinco irmãos: Mafalda, Romão, Spartaco, Armanda e Aldo.

Em 1935/36 os irmãos Remo e Spartaco mudaram para Londrina, no Norte do Paraná e fundaram a Serraria Ferrarese. Com a intensa derrubada das matas para ceder lugar às lavouras de café, a madeira era farta. No início da década de 1940, decidiram transferir a serraria para o interior do município e fundaram o patrimônio de Irerê. Nos anos seguintes os irmãos seguiram caminhos próprios. Remo foi ser cafeicultor, teve máquina de beneficiar arroz, foi pescador, tornou-se pioneiro em Umuarama, no Noroeste do Paraná e, na velhice, passava boa parte do tempo fazendo arte em madeira. As vezes usando um pequeno torno, mesmo tendo perdido a visão de um dos olhos por causa de uma evolução mal sucedida de uma cirurgia de catarata. Spartaco teve bar, foi taxista, mexeu também com café, voltou a ter serraria, mostrando que estava mesmo no sangue a vocação de trabalhar com madeira.

Os dois se tornaram nomes de ruas em Londrina, como reconhecimento oficial do quanto contribuíram sendo pioneiros e homens dedicados ao trabalho. Essa saga está no livro “A história dos Ferrarese” (Midiograf, 2018), de autoria do jornalista e escritor Wilhan Santin, com revisão história de Silvandira Ferrarese de Almeida, a filha de Remo e Alderi Luiz Ferraresi, um dos filhos de Spartaco. Conforme Santin, “o livro educa pelo exemplo. Remo e Spartaco, empenhados em construírem alicerces financeiros para as suas famílias, transmitiram para os seus descendentes valores como ética, responsabilidade e amor pela história familiar.” A inquietude dos primos Silvandira e Alderi  resultou no livro e em 3 encontros familiares dos Ferrarese (2008, 2011 e 2018). O livro e os encontros tiveram entre seus objetivos transmitir a história da família aos mais novos. Ou, como diz Alderi, “mostrar que a gente não nasce de chocadeira”.

Silvandira faleceu em 11 de março de 2020... e seus filhos, Maria Eneida, Maria Inês, Marcos e Marcio, com filhos e netos moram e trabalham em Londrina, em Curitiba, Chapecó e em Brasilia.  Outros descendentes dos Ferraresi/Ferrarese moram e trabalham em Maringá, Francisco Beltrão, Rondonia, Mairiporã, Jundiaí, São Paulo,...

Do lado dos Cimonetti também desenvolveram-se histórias e pioneirismos. É o caso da cidade de Pedrinhas Paulista, onde um irmão da nona Emma se instalou depois de passar alguns anos vivendo no Chile. Lá moram até hoje os descendentes de Anilo Cimonetti: Velia Cimonetti Piccolo, Gianpaolo Cimonetti, Fabio Cimonetti...

E, além dos nossos títulos de cidadania italiana, conquistados há pouco mais de 10 anos e graças ao empenho do Sr. Ivanor Minatti, na época dirigente do Circulo Trentino de Curitiba,  nossas raízes italianas estão visíveis pelos descendentes da família Cimonetti que permaneceram na Italia. É o caso da Dra Silvana Senter, pediatra, atuante profissional durante muitos anos em Trento e hoje residente em Rovereto; do Sr. Marino..., dos filhos Aléssio e Michele... 

É com eles que convivemos sempre quando vamos a região trentina, como mostram as fotos...

O convite do Mondo Trentino e a iniciativa de resgatar as histórias de trentinos que migraram foi muito bem recebida, nos motivou a organizar um pouco mais as memórias e por ele agradecemos.

Marcio Almeida (Cimonetti) Curitiba PR, Brasile

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Ultimo aggiornamento:Mercoledì, 23 Marzo 2022