Descrizione
La piéce teatrale, interpretata da Maura Pettoruso, Stefano Detassis, Flora Sarrubbo, con la partecipazione di Alessandra Zobic, è prodotta dall'Associazione culturale ATTI di Vezzano con il sostegno dell'Ufficio Emigrazione della Provincia autonoma di Trento.
Lo spettacolo è scandito dalle musiche e dai canti del gruppo TTT Express. Musiche dal Trentino, Tirolo, Transilvania di Renato Morelli, etnomusicologo di fama.
Nella seconda metà dell'Ottocento le migrazioni, che per il Trentino come per larga parte dell'arco alpino erano state fino ad allora stagionali, cambiarono natura facendosi, per intere vallate e intere classi sociali, permanenti: un fiume di umanità, che cercava il suo mare. A partire dagli anni Ottanta del secolo - oltre a una moltitudine che fu indirizzata sulle rotte transoceaniche - alcune migliaia di persone lasciarono la loro terra per destinazioni nominalmente "interne" all'Impero, ma in realtà lontane per distanza geografica, lingua, cultura materiale, religione.
Queste persone migrarono – soprattutto dalla Valsugana, e la prima nazionale dello spettacolo a Borgo è un omaggio proprio a loro - verso altri territori della duplice monarchia danubiana, principalmente Austria occidentale, Bosnia ed Erzegovina, Romania, Ungheria. Per lungo tempo questi eventi sono rimasti in parte sconosciuti e intrappolati nelle pieghe della storia europea, riemergendo solo dopo il dissolversi della cortina di ferro. Da allora i rapporti con quelle comunità si fecero però particolarmente forti e ricchi di scambi.
"Come un fiume. Viaggiatori dell'impero" è dedicato a loro e ai loro discendenti, il cui destino si identificò ben presto col destino delle piccole patrie che li avevano accolti. Non di sole traversìe – e talvolta migrazioni ulteriori e dolorosi ritorni – sono fatte le loro vicende, ma anche e soprattutto di energie vitali travasate altrove, dell'orgoglio di un cognome, una canzone, una preghiera, un'espressione di famiglia in una lingua soave. E con queste suggestioni oggi spesso si torna su quei luoghi, li si riscopre, si porta un bagaglio di esperienze e di curiosità che apre a noi - che siamo rimasti - più vasti orizzonti, nuove prospettive e fecondi scambi. Attraverso di loro, e grazie a loro, ricordiamo la diaspora trentina, invisibile a chi non la conosce e così reale per chi l'ha vissuta.
La regista Flora Sarrubbo ha scelto di cominciare il racconto scenico attraverso uno scorrere d'acqua perenne che racchiude le voci delle montagne, dei paesi, della stessa valle, e i suoni dei boschi da lei nutriti. Lento e inesorabile il fiume scorre, così come la Storia, spesso travolgendo realtà che sembravano immutabili e le vite aggrappate a quei pendii. Chi rimane decide di accettare i nuovi confini che l'acqua ha modellato ricominciando da zero. Chi si mette in viaggio, come acqua che va al mare, incontra territori nuovi, in quella terra, l'Europa del Novecento, che ha visto più volte i confini farsi e disfarsi. E ancora oggi queste terre si riempiono e si svuotano di uomini che cantano le proprie storie.
Il lavoro "Come un fiume. Viaggiatori dell'Impero", per l'Ufficio Emigrazione della Provincia autonoma di Trento che aveva sostenuto il progetto, "vuole andare oltre al ricostruire la memoria, pur importante, di quelle vicende, vuole incontrare e far incontrare agli spettatori, le storie di quei discendenti che, ormai cittadini del mondo, oggi vengono in Trentino per conoscerci, oltre che per lavorare, studiare, incontrare i familiari, vedere per la prima volta la neve. E per noi, anche grazie a loro, il mondo si fa più vicino, la nostra realtà si fa più vitale."
Lo spettacolo è ancora in cartellone ed è stato riadattato per permettere una più agile diffusione. Contattaci se sei interessato.