Antonio Facchinelli

da generazioni di orafi e designer di gioielli, Antonio, trentino, dopo una parte significativa della sua vita trascorsa a Milano si trasferisce in Cina dove lavora nel campo della gioielleria

Data: Mercoledì, 28 Febbraio 2024

Immagine: 1_UnSplash_Guangdong (CINA)
© White Rainforest - https://unsplash.com/

Descrizione

Di dove sei originario e dove vivi ora?

Sono Antonio Facchinelli, sono nato a Trento e vivo in Cina.

Immagine: Riciclo

Quale percorso formativo hai fatto? Come e quando sei arrivato in Cina?

Sono arrivato in Cina nel 1999 per la prima volta invitato da un'azienda taiwanese che aveva bisogno di un aiuto con il design del gioiello.

In questo momento sono in una fase transitoria della mia vita perché con il COVID tutte le dinamiche commerciali sono profondamente cambiate e quindi il mio lavoro di trading sviluppato negli anni precedenti non ha più senso.

Ora sto cercando delle alternative che però non sono propriamente facili da trovare.

Ho studiato lingue straniere a Trento (in realtà a Civezzano) e poi ho studiato a Milano, Design del gioiello per 3 anni.

Prima di trasferirti in Cina hai vissuto molto a Milano, di cosa ti sei occupato subito dopo gli studi?

Gli anni trascorsi a Milano sono stati molto importanti perché mi hanno dato l'opportunità di incontrare molte persone nel mio ed altri settori ad apprezzare i vari linguaggi stilistici collegati al gioiello. Dunque non solo la gioielleria commerciale legata all’oro, diamanti e pietre preziose ma anche a delle espressioni più artistiche e di design.

Ho conosciuto lo scultore Davide de Paoli presso il quale ho frequentato dei corsi dove si lavorava al banco da orafo (banchetto) e si utilizzava principalmente l'alpacca per costruire oggetti, gioielli e piccole sculture.

A Milano è nata anche la profonda amicizia con Giancarlo Montebello con il quale ho sviluppato sia progetti di gioielleria che d'interni.

Ho inoltre avuto l'opportunità di incontrare designer internazionali soprattutto olandesi e tedeschi. Ho lavorato per tre progetti come assistente di Gijs Bakker presso l'Istituto Europeo di Design (IED- Milano).

Un' esperienza che mi ha aiutato a comprendere le dinamiche della progettazione in maniera profonda e che ha influito sul mio modo di approcciare i progetti.

A livello personale a Milano ho avuto modo di incontrare e approfondire la filosofia buddista presso il centro di studi tibetani Ghe Pel Ling .

Mi ritengo fortunato ad aver avuto l'opportunità di incontrare per ben 3 volte Sua Santità il Dalai Lama ed aver lavorato nell'organizzazione della prima visita di Sua Santità presso il Palalido a Milano.

Senza gli insegnamenti di questa filosofia credo che la mia permanenza in Cina sarebbe stata molto breve.

Quali cambiamenti hai visto negli anni, in Cina?

In Cina ho trascorso quasi 24 anni e ho visto il Paese cambiare. Quando sono arrivato, la provincia di Guangdong era il punto di arrivo di una forte migrazione interna. Persone che venivano a cercare fortuna o che semplicemente avevano l'opportunità di migliorare le condizioni di vita delle loro famiglie nelle province di origine.

Le operaie e gli operai vivevano all'interno delle fabbriche. La fabbrica diventava famiglia perché la maggior parte del tempo era vissuto al suo interno.

Non ho avuto un rigetto nei confronti della situazione che mi si presentava davanti agli occhi.

Ho trovato delle persone che pur non potendo comunicare con me e io con loro mi hanno sempre trattato con rispetto e con il sorriso.

Il sorriso delle persone infatti è quello che mi era rimasto più impresso dopo la mia prima visita (che è stata una visita veramente importante, anche se durata poche settimane). 

Immagine: Dettaglio del Tempio Taoista di Shanwei (Guangdong)

Hai due generazioni di orafi e designer, prima di tutti tuo nonno orafo a Civezzano poi tuo padre designer a Trento. Stai quindi portando avanti la terza generazione, ora in un Paese avanzato e pieno di contrasti. Ci vuoi spiegare meglio?

Allora il pensiero non era o non ne è mai stato collegato al discorso di portare avanti una 3ª generazione anche se dire che ero la 3ª generazione mi dava una maggiore autorità verso gli interlocutori cinesi del settore.

Direi che l'aspetto principale che tutt'ora mi meraviglia è quello delle dimensioni, della vastità, della capacità di produzione che era completamente diverso da quello a cui io ero abituato nel senso che l'esperienza con mio padre, con Giancarlo Montebello e con altri progetti che avevo svolto in Italia era quello di lavorare con laboratori orafi composti massimo da 10 persone mentre in Cina solo il dipartimento di modellistica della fabbrica poteva sfornare cento modelli nuovi a settimana se non di più.

Poi, che di questi 100 modelli solo una minima parte forse in realtà utilizzabile sul mercato era un altro discorso.

Ovviamente si copiava, ma copiare soprattutto nel settore della gioielleria è uno sport molto diffuso quindi questo aspetto non era sconvolgente, la difficoltà stava nel dare dei parametri di qualità, d'interpretazione del pezzo a delle persone che per formazione, riferimenti culturali non ne avevano la più pallida idea.

Su questo aspetto ed altri si potrebbe scrivere un libro e non credo che questa non sia l'occasione. Comunque se si vuole parlare del mio ruolo nei primi anni di permanenza in Cina questo era uno degli aspetti principali. Poi ce ne sono molteplici perché poi c'è la vita privata e tutte le modalità sociali, come ci si approccia verso determinate persone, cosa bisogna fare, cosa non bisogna fare, ma ripeto è un discorso molto lungo.

Il tuo lavoro immaginiamo sia anche una passione che poi, grazie allo studio, agli incontri e alla perseveranza è diventato un lavoro. Ti sei occupato anche di marketing?

Il mio lavoro è una passione che mi ha dato l'opportunità di incontrare molte persone e in Cina ho avuto modo di confrontarmi con le realtà commerciali di paesi europei e soprattutto con la realtà statunitense che è un mercato enorme per i gioielli e la bigiotteria.

Attraverso queste esperienze ho maturato una conoscenza dei processi produttivi e delle strategie di marketing legate ai prodotti che sviluppavo.

Anche recentemente quando sono stato coinvolto in progetti riguardanti il mercato cinese l'aspetto del marketing è prioritario. Lungi da me definirmi un esperto, ma ho accumulato un certo numero di esperienze e di conoscenze tecniche.

Come vedi e che punto di vista avevi nei confronti della Cina?

Quello che ho visto in Cina nel corso di questi vent'anni mi richiederebbe un libro ma io non sono un autore.

Posso dire che nei primi anni di permanenza in Cina era chiara la sensazione che stesse avvenendo una rivoluzione industriale con il computer.

C'era questa sensazione di continua crescita, di una nazione con una forte volontà di svilupparsi. Il fatto che Deng Xiaoping avesse detto: "non importa di che colore sia il gatto l'importante e che acchiappi il topo" aveva scatenato questa reazione del fare business e Terzani nel suo libro "Un giorno un indovino mi disse" quando lui affronta il viaggio di rientro a Firenze dalla Thailandia e passa per la Cina sottolinea come questo aspetto fosse preponderante e tutt'ora se si esce a mangiare con cinesi, non tutti ovviamente, il discorso va invariabilmente sul denaro.

Le opere di Terzani sono una lettura imprescindibile per chi voglia comprendere l'Asia e la Cina in particolare. 

I cambiamenti sono stati tanti e in alcuni casi profondi si pensi solo alle infrastrutture, ai treni ad alta velocità, autostrade, al fatto che molta gente riesca comunque ad avere del cibo sul tavolo cosa che precedentemente non era così scontata parliamo degli anni '70 e anche in parte degli anni '80. Parliamo di cambiamenti in un paese che ha la stessa estensione dell'Europa quindi immaginiamoci per un attimo di costruire ex novo linee di treni ad alta velocità in Europa con tutti gli investimenti del caso e poi pensiamo alla tratta Verona Bologna ancora ad un binario da più di ottant'anni.

È altresì chiaro che non tutti i cambiamenti sono stati positivi, ma se penso agli ospedali a come erano e come sono la differenza fra la notte e il giorno. 

Immagine: Guangzhou tower di giorno

Ti sei creato una famiglia?

In Cina ho incontrato mia moglie che viene dalla provincia del Guangxi e con lei ho tre figli Paola, Giulia e Fabio.

Quale situazione c'è oggi in Cina?

La situazione in Cina oggi è ad un punto critico perché come per tutti i paesi nel mondo il COVID ha rappresentato un forte cambiamento. Le generazioni degli anni settanta, ottanta, novanta e duemila hanno visto un paese in continua crescita e trasformazione. Una sorta di centrifuga velocissima di progresso di beni e di tutto di più, ora questa velocità non è più sostenibile e un rallentamento era più che prevedibile. Bisognerà capire il rallentamento che cambiamenti provocherà a livello sociale.

Per semplificare possiamo individuare nel 2008 la prima data di forte cambiamento dovuta alla crisi finanziaria negli USA che molti produttori cinesi hanno pagato a caro prezzo perché sono state cancellate commissioni o non sono stati effettuati pagamenti per merci già prodotte.

Inoltre nel 2008 per venire incontro alle richieste del comitato olimpico per l'assegnazione dei giochi a Pechino è stata introdotta una legge sul lavoro estremamente protettiva, si è dunque passati da una completa assenza di regole a una legge che tutelava gli interessi dei lavoratori in maniera efficace.

Tuttavia questo ha fatto sì che gli stipendi base dei lavoratori aumentassero e quindi rendessero meno competitive le aziende cinesi. 

Lentamente, ma continuamente le aziende cinesi hanno trasferito i loro poli produttivi nei paesi asiatici limitrofi come ad esempio il Vietnam, la Cambogia e il Myanmar.

Lo stesso hanno fatto aziende internazionali che avevano aperto delle fabbriche sul territorio cinese.

Il COVID ha di fatto determinato ancora di più questo spostamento verso altri paesi sia perché era già in atto e sia perché le scelte di gestione del COVID da parte del governo cinese hanno generato una forte sfiducia da parte dei governi e degli investitori stranieri nei suoi confronti.

La chiusura per 2 mesi di Shanghai ha avuto un'eco estremamente negativa (secondo me ragionevolmente) ed è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Bisogna precisare che le misure molto severe che erano state implementate, per il controllo del COVID sono state tolte perché c'è stato un sollevamento popolare, non violento, che ha per la prima volta, in molti anni manifestato un forte malcontento da parte della popolazione cinese nei confronti del governo del paese.

Il panorama internazionale non promette bene, la guerra in Ucraina, le tensioni in medio oriente, la situazione politica negli USA estremamente polarizzata; la Cina deve confrontarsi con questi scenari anche se non credo aspiri a prendere il ruolo degli USA.

Internamente i problemi potrebbero sorgere se quella sorta di patto sociale, dopo i fatti di Tienanmen, fra il Partito Comunista e la popolazione si venisse ad incrinare per una forte crisi economica o per un ulteriore aumento della disoccupazione. È importante ripetere che una larga fascia della popolazione ha vissuto una continua situazione di crescita per trent'anni e non conosce l'altra faccia della medaglia. 

Immagine: Aereoporto Internazionale di Pechino

Sei felice di quello che sei ora, di ciò che negli anni hai costruito e fatto, cosa ti da più soddisfazione, nel tuo lavoro e nella vita?

Non ho avuto un percorso di vita estremamente lineare, non sempre ho preso delle decisioni sagge, ma sono contento di essere arrivato alla mia età; lo sforzo è quello di migliorarsi nei comportamenti, nella quotidianità nella relazione con gli altri. Ciò che mi dà più soddisfazione è essere utile, essere utile in un progetto, essere utile nel suo sviluppo. Non sempre questo è possibile, ma, quando avviene, dà una grossa soddisfazione.

Cosa ti manca del Trentino, se ti manca qualcosa, torni spesso?

Del Trentino mi manca sicuramente la bellezza; la bellezza delle valli, delle montagne, dei laghi. Non parliamo poi della neve che qui proprio nel Guangdong non si vede.

Mi ritengo fortunato di aver passato la mia giovinezza a Trento e in Trentino lo dico con il senno di poi, ai tempi forse non ero così positivo, però mi ritengo fortunato.

Vorresti lasciare un messaggio ai tuoi lettori e alla Community di MondoTrentino?

Mi piace molto il seguente passaggio di un testo che leggo ogni mattina:

“Essendo la vita soggetta a numerosi pericoli, essa è più precaria di una bolla d’acqua o aria, che è sospinta dal vento furioso. Assai miracolosa è l’opportunità di poter inspirare, e risvegliarsi dal sonno dopo aver esalato un altro respiro.”

Mi aiuta ad apprezzare ogni momento della mia giornata.

Immagine: Tramonto su Dongguan City - CINA

Documenti

Ulteriori informazioni

Licenza d'uso
Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

Ultimo aggiornamento:Mercoledì, 28 Febbraio 2024