Descrizione
Ciao! Chi sei e di dove sei originaria?
Mi chiamo Giulia Tamanini e sono nata a Trento. Attualmente vivo a Parigi: sono una sassofonista e insegnante di musica.
Dove hai svolto il tuo ciclo di studi e in cosa si è concretizzato?
Ho cominciato gli studi musicali al Conservatorio di Trento dove nel 2010 ho ottenuto il diploma accademico di secondo livello di saxofono. Successivamente mi sono trasferita a Parigi per continuare gli studi al Conservatoire Régional di Boulogne Billancourt .
Cosa fai ora e dove vivi?
Faccio la musicista: le mie due attività professionali sono l'insegnamento e l'attività concertistica. Vivo a Bondy, un comune che dista una decina di chilometri da Parigi.
A soli 22 anni quando ti sei trasferita in Francia, quali sono state le principali difficoltà che hai riscontrato nell’inserirti nel contesto sociale di accoglienza?
La prima difficoltà è stata trovare un alloggio. Le condizioni abitative a Parigi sono molto difficili e diverse dagli standard cui noi trentini siamo abituati. Per fare un esempio, è molto comune abitare in monolocali, chiamati “studio”, in genere molto piccoli che possono addirittura arrivare a dimensioni inferiori a 10 mq. Inoltre, la concorrenza sugli appartamenti più convenienti e confortevoli è molto forte: tutti i candidati devono presentare il cosiddetto "dossier" cioè una serie di documenti che attestano il reddito, le garanzie e le referenze; in più, a volte gli stranieri vengono discriminati.
Oltre all'ostacolo della lingua, un'altra difficoltà che ho incontrato è stata affrontare il grande cambiamento relativo al nuovo stile di vita e le diverse modalità relazionali. Ricordo che all'inizio cercavo di ricostruire le mie abitudini e “il mio stile di vita trentino" a Parigi, poi ho capito che era un'ingenuità. Ho dovuto costruire da zero le mie relazioni e trovare nuovi punti di riferimento per potermi sentire “a casa”. Quando studiavo a Trento, per esempio, il Conservatorio era diventato una seconda casa, e godevo di tutti i vantaggi di un ambiente familiare e dove tutti mi conoscevano. Qui non mi conosceva nessuno e ci sono voluti tempo e impegno per ricostruire i legami professionali, artistici e affettivi.
Dopo un po’ di tempo hai trovato uno studio/monolocale a Parigi e ci sei rimasta per un paio d’anni, che ricordi hai di quel periodo?
Quando finalmente ho trovato casa ho potuto dedicarmi più serenamente agli studi e ad esplorare la città. Parigi mi ha affascinato molto, soprattutto per il suo carattere cosmopolita e per la sua ricca proposta culturale. Si possono trovare comunità di tutto il mondo ed ognuna contribuisce ad arricchire la vita culturale della città: certe volte ho la sensazione di viaggiare per il mondo rimanendo ferma a Parigi.
Dopo questa prima fase cosa accadde? Come si vive di musica e con la musica nella vita?
Dopo circa un anno ho incontrato quello che poi è diventato il mio compagno: José, un ragazzo brasiliano, anche lui musicista e in particolare chitarrista. José abitava a Parigi già da qualche anno e mi ha aiutata ad inserirmi nell’ambiente professionale. Inoltre è grazie a lui che ho conosciuto la musica brasiliana. Ho scoperto una cultura musicale estremamente ricca e seducente a cui mi sono ben presto molto appassionata. Basti pensare che ora, la maggior parte dei gruppi in cui suono hanno un repertorio imperniato sulla musica brasiliana. Ho cominciato a lavorare, sia come insegnante che come concertista, dopo aver finito i miei studi, più o meno nel periodo in cui ho incontrato José. Lavorare nella musica per me è un grande privilegio. É una professione che ogni giorno mi arricchisce sia culturalmente che spiritualmente, sforzi e sacrifici vengono ampiamente ripagati. La musica è essenziale nella mia vita: rappresenta allo stesso tempo la mia professione, la mia più grande passione e il mio hobby principale, che condivido con il mio compagno.
Nei primi anni in Francia, dopo gli studi al conservatorio, fondasti assieme al tuo compagno un trio strumentale, come si chiama, quando lo hai fondato e cosa suonate e perché?
Il trio si chiama Trio In Uno . É un gruppo di musica strumentale brasiliana composto da José alla chitarra, dal brasiliano Diego Cardoso al violoncello e da me al saxofono.
È nato dalla nostra amicizia e dalla nostra passione per questa cultura musicale. Con questo gruppo ho vissuto le mie più importanti esperienze musicali (incontri, collaborazioni e tournée) ed ho registrato due dischi. I numerosi viaggi in Brasile col trio hanno contribuito ad alimentare il mio amore per questa musica e per la cultura da cui deriva.
Dove si può fruire della vostra musica, su quali canali? oltre che dal vivo?
La nostra musica si può ascoltare sulle principali piattaforme di streaming (Spotify, Apple Music, YouTube…). Naturalmente un altro modo, il più divertente per conoscere la nostra musica, è venire ai nostri concerti! Le date sono pubblicate sul nostro sito internet e sui social network.
C’è molta concorrenza in ambito musicale? Pensi di aver trovato la tua strada e il tuo settore professionale definitivo?
Nelle grandi città come Parigi c’è molta concorrenza ma allo stesso tempo ci sono anche tante opportunità di lavoro. Io sono molto soddisfatta dei risultati finora raggiunti e molto felice di poter vivere della mia passione. Ho però ancora molti sogni e obiettivi su cui lavorare.
Suoni anche con un’altra formazione musicale, quale? ci vuoi spiegare?
Oltre al trio, suono regolarmente in altre due formazioni: in duo con il mio compagno e con un gruppo di musica brasiliana (da ballo) che si chiama Bécots da Lappa. Ai concerti dei Becots la gente viene per divertirsi ma soprattutto per ballare i balli tipici della musica popolare brasiliana (samba/forrò,ecc.).
Come avete vissuto il periodo emergenziale legato al Covid, quali restrizioni avevate e quando si è concluso lo stato emergenziale in Francia?
Il periodo del covid è stato triste e difficile anche in Francia. Abbiamo avuto diversi lockdown e tutte le attività culturali dal vivo sono state compromesse. Durante il lungo periodo senza concerti mi sono dedicata principalmente allo studio. Ho continuato a svolgere le mie lezioni online, il che mi ha permesso di mantenere il contatto con i miei allievi. I concerti mi sono però mancati tantissimo! La magia del concerto dal vivo non si può sostituire con nessun streaming. Fortunatamente da circa un anno le attività culturali hanno ripreso normalmente.
Quali sono i vostri progetti per il futuro? musicali e non?
Col trio avremo a breve un concerto che vedrà la speciale partecipazione del grande fisarmonicista brasiliano Bebê Kramer. Mi sento onorata e molto emozionata all'idea di suonare con musicisti di questo livello! Con il trio stiamo programmando la registrazione di un nuovo disco. Sto lavorando per intensificare la mia attività di concerto. Per il resto spero di poter continuare a viaggiare, uno dei miei hobby preferiti.
Che rapporto hai con il Trentino, ci torni spesso?
Torno a Trento tre quattro volte all’anno e sempre molto volentieri. Trascorro la maggior parte del tempo con la mia famiglia e con gli amici. Nonostante mi piaccia lo stile di vita della metropoli quando sono prossima al Trentino e dall'autostrada scorgo le prime montagne è subito sensazione di casa. Qui approfitto di un ambiente più tranquillo e di una amata ricchezza naturalistica.