Descrizione
Massimiliano de Zambotti vive in California con la compagna pugliese e un figlio di 18 mesi. Nato nel 1982 a Rovereto, cresce a Lizzana nel roveretano. Racconta di un'infanzia trascorsa nei boschi, in campagna, ad assaporare le cose semplici della vita. Ricorda gli insegnamenti della nonna, su come riconoscere i vari tipi di erbe, piante, fiori.
Attualmente a distanza di 30 anni e poco più si ritrova in California a Cupertino nella Silicon Valley per la precisione, nel cuore tecnologico mondiale. La passione per la natura non l’abbandona ed anche qui sembra riuscire a convivere con essa senza grosse problematiche. Un giorno, durante una passeggiata dopo il lavoro, Massimiliano raccoglie un filo d'erba per farne sentire il suono al figlio piccolo. Avvicinando l'erba alla bocca, emette con il fiato un suono inconfondibile. Il bambino rimane affascinato da questa magia improvvisa, così come i passanti che casualmente si trovavano nei paraggi, tutti sbalorditi ed esterrefatti nel sentire questo suono provenire da un semplice filo d'erba.
Massimiliano da sempre appassionato di natura e di vita all'aria aperta, oggi il fine settimana lo dedica proprio a questo tipo di attività, camminate in montagna, colline e natura in generale. Curando questa passione gli piace infinitamente trovarsi sulle vette e sulle cime delle montagne per poter ammirare sempre il paesaggio dall’alto.
Che istruzione hai ricevuto e quale tipo di formazione?
Ho frequentato il Liceo Scientifico Tecnologico a S. Ilario a Rovereto. Una volta conseguito il diploma, ho deciso di emigrare dal Trentino al Veneto per intraprendere un corso di laurea triennale (2002-2005), seguito poi da un corso di laurea magistrale (2005-2007) in Psicologia Sperimentale e Psicobiologia, con curriculum in Neuroscienze, presso la facoltà di Psicologia dell'Università di Padova.
Tra ore dedicate allo studio, momenti di svago, nuove amicizie e molteplici esperienze di vita universitaria, i cinque anni sono volati. Desideroso di proseguire nel campo della sperimentazione scientifica, ho avuto la fortuna di ottenere una borsa di dottorato di ricerca presso il gruppo di Psicofisiologia del Dipartimento di Psicologia Generale dell'Università di Padova.
Qui mi sono dedicato agli studi sul sonno, sull'insonnia, sui processi corticali e sulla funzionalità del sistema nervoso autonomo durante il sonno. Nel corso dell'ultimo anno di dottorato, ho avuto l'opportunità di approfondire ulteriormente i miei studi sul sonno presso l'Università di Melbourne, in Australia, lavorando a fianco di esperti mondiali del settore.
Rientrato in Italia nel 2011 per completare il mio dottorato, mi sono occupato di un progetto di riabilitazione neurocognitiva a favore di pazienti affetti da lesioni frontali, parte di un programma finanziato dal Fondo Sociale Europeo. Nel 2012, con una decisione ponderata, ho deciso di lasciare l'Italia per una posizione di post-dottorato in California, presso la SRI, una grande non-profit che ha sviluppato molte delle tecnologie di cui usufruiamo oggi, come Siri, internet e il mouse per computer.
Qui, tra impegno e fortuna, ho brevemente ricoperto il ruolo di ricercatore, completando così la mia formazione e vedendomi aprire le porte al mondo lavorativo.
Immaginiamo che la tua qualifica sia sempre un work in progress anche in termini di specializzazione, che hai fatto e continui a fare. Qual è stato il tuo percorso di apprendimento post-universitario??
Fortunatamente, il mio percorso post dottorato ha sempre seguito i miei interessi, permettendomi di approfondire tematiche che reputo fondamentali, come la salute delle donne, i processi fisiologici del sonno e dell'insonnia, e lo sviluppo psicofisico durante l'adolescenza. Ciò è stato reso possibile grazie a un team e a un ambiente estremamente supportivi, che hanno sempre creduto e investito nel mio percorso di ricerca.
Più di recente, mi sono dedicato alla ricerca e allo sviluppo di tecnologie, una parte più applicata delle neuroscienze. Durante questo percorso, ho approfondito e studiato l'utilizzo di tecnologie mobili per il monitoraggio del sonno, dell'attività fisica e del sistema cardiovascolare. Tra le varie applicazioni, ho sviluppato un sistema immersivo di realtà virtuale per trattare stati di iperattivazione, stress e ansia al momento del sonno. Inoltre, ho lavorato su sistemi di intelligenza artificiale per ridurre sintomi vasomotori e il loro impatto sul sonno nelle donne in menopausa.
Come naturale evoluzione del mio lavoro, attualmente mi dedico allo sviluppo di applicazioni cliniche volte a migliorare la salute e il benessere delle persone.
Terminati gli studi avevi diverse offerte di lavoro davanti a te, quale hai scelto e perchè?
Partendo dal presupposto che ritengo di non aver mai smesso di imparare, se consideriamo la conclusione degli studi con il conseguimento del dottorato a Padova, posso dire che la mia transizione lavorativa negli Stati Uniti è stata principalmente motivata dal desiderio di esprimermi in un ambiente favorevole alla crescita professionale.
In Italia non mi sono mai sentito abbandonato; anzi, devo dire che il laboratorio dove sono cresciuto è sempre stato estremamente supportivo. Tuttavia, il limite che percepivo era più di natura strutturale. All'epoca, le prospettive lavorative in Italia non erano molto chiare e sembravano essere fortemente legate alla capacità o alla fortuna di navigare tra le varie forme di brevi contratti a termine, fino a un elusivo sogno di ottenere una posizione più stabile all'interno dell'università.
Nel 2012, ho ricevuto due offerte di lavoro negli Stati Uniti. In California, mi sono stati proposti finanziamenti garantiti per tre anni, la libertà di avviare un mio progetto di ricerca, e la possibilità di concorrere a finanziamenti di ricerca competitivi come "Investigatore Principale" per avviare una mia linea di ricerca indipendente, completamente supportato dall'istituto. Di fronte a tali prospettive, la California mi è apparsa come la scelta naturale.
Ricordo ancora vividamente il colloquio di lavoro che si è tenuto con un invito ufficiale e un viaggio pagato per visitare il centro di ricerca dove avrei lavorato. Durante la mia presentazione e le interviste con il team, mi sono sentito più accarezzato che interrogato. L'euforia per l'opportunità ricevuta e la sensazione di essere stato valorizzato come risorsa su cui puntare erano così forti che ho firmato immediatamente.
Attualmente qual è il tuo orientamento professionale? di cosa ti occupi principalmente?
Mi occupo principalmente della ricerca e dello sviluppo di tecnologie. Il mio impegno principale è quello di tradurre le scoperte scientifiche in applicazioni pratiche che le persone possano utilizzare per migliorare la loro qualità di vita e la salute. Un esempio concreto è lo sviluppo di algoritmi basati sui dati raccolti da dispositivi mobili come smartphone o smartwatch, al fine di valutare i livelli di rischio per la salute nelle persone.
Sono profondamente coinvolto nella ricerca di base, focalizzata sullo studio dei meccanismi fisiologici che si manifestano durante il sonno e sulla loro variazione in condizioni patologiche. Inoltre, analizzo come tali meccanismi possano essere influenzati da fattori come lo stress, il consumo di sostanze come l'alcol, l'età ed i livelli ormonali. Questa ricerca mira a comprendere meglio le interazioni complesse tra il nostro corpo, la mente e l'ambiente circostante, allo scopo di sviluppare interventi e soluzioni innovative per migliorare il benessere delle persone.
Hai fondato una società per le donne in particolare, dove e di cosa tratta?
La compagnia che ho co-fondato in California si occupa della gestione dei sintomi legati alla menopausa, della valutazione del rischio e della promozione della salute delle donne, adottando un approccio basato sulla medicina di precisione e sull'intelligenza artificiale. Abbiamo sviluppato un'applicazione che le donne utilizzano per monitorare i propri sintomi e accedere a una gamma di servizi volti al trattamento della sintomatologia, nonché a programmi di prevenzione.
Qual è stato il tuo percorso di vita e parallelamente di lavoro?
Sono trascorsi molti anni e potrei raccontare molto di questa esperienza.
Mi sono trasferito negli Stati Uniti con la mia allora fidanzata, ora moglie, Mariella. I primi anni sono stati davvero impegnativi: Mariella divideva il suo tempo tra gli Stati Uniti e l'Italia, finché il trasferimento definitivo negli anni successivi ha reso le cose più stabili. Per me è stata un'immersione in una realtà completamente nuova, fatta di stupore, nostalgia, eccitazione e sfide da affrontare. Mi sentivo come un bambino che doveva imparare tutto da capo. Può sembrare strano, ma le azioni quotidiane che in passato facevo senza pensarci richiedevano ora un'energia extra: dalla semplice benzina da fare alla scelta di un piatto al ristorante. I primi anni sono stati fatti di lavoro al lavoro e lavoro anche dopo il lavoro. Alla sera ero fuso.
La parte positiva di questo periodo è che ho viaggiato molto e passato molto tempo ad esplorare la California. Ogni fine settimana mi trovavo immerso nella natura, spesso tra le vette della Sierra Nevada. Ho conosciuto un gruppo di ragazzi con la mia stessa passione per le escursioni e devo dire che per molti anni ci siamo davvero divertiti. Partivamo venerdì sera o sabato mattina presto e tornavamo la domenica sera tardi, dopo aver fatto tappa in Jacuzzi per rilassarci prima di dormire. Per contestualizzare, inizialmente vivevo in un complesso residenziale che, come molti in California, aveva piscina, palestra e Jacuzzi.
Ho sempre mantenuto viva la passione per lo sport. All'inizio, da buon italiano, ho tentato di continuare la mia mediocre carriera calcistica. Tuttavia, dopo l'ennesimo infortunio e con l'avanzare dell'età, ho deciso di dire basta. Complice una sfida con un collega, ho iniziato a correre gareggiando per una maratona con lo scopo di qualificarmi per Boston. È stato probabilmente il periodo più intenso della mia vita sportiva: un anno di allenamento con circa 40 miglia alla settimana. Alla fine ho raggiunto l’obiettivo e chiuso anche questo capitolo. Dopo vari altri esperimenti sportivi mi sono stabilizzato sull'arrampicata. Questo è lo sport che pratico regolarmente e che trovo estremamente meditativo, oltre che benefico per l'aspetto fisico. Credo che lo sport, salute permettendo, sarà sempre una parte fondamentale nella mia vita.
Mi sono sposato alle Hawaii, sulla spiaggia, con i piedi avvolti in infradito e indossando una camicia presa da un negozio di souvenir locale. Gli anelli li abbiamo comprati da venditori ambulanti. Non era esattamente un matrimonio tradizionale, ma è stato intimo e pieno di un'emozione unica. E per la cronaca, il matrimonio è valido! Abbiamo anche un bambino meraviglioso, Gabriele, che ho desiderato a lungo. Ha 18 mesi e ha appena iniziato l'asilo. È sempre così felice e pieno di vita.
Nel corso di questi anni ho vissuto una notevole crescita personale. Ho affrontato diverse sfide e imparato ad accettare culture e stili di vita diversi. Sono felice di tutto ciò che ho imparato lungo il cammino. Più vivi queste esperienze, più ti rendi conto di quanto ti limiti con preconcetti e rigidità mentali. In ogni caso, la bellezza è che impari a essere più consapevole dei tuoi limiti e a padroneggiare te stesso.
Hai vinto vari premi e sei considerato tra i pochi nella tua area di competenza con tanto talento e bravura, ci vuoi raccontare un po’ dei tuoi riconoscimenti?
Ho ottenuto diversi finanziamenti di ricerca prestigiosi, soprattutto dal National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti, che mi hanno permesso di sostenere i miei progetti di ricerca. In passato, quando ero considerato ancora un "giovane", ho anche ricevuto alcuni riconoscimenti in qualità di "giovane ricercatore" presso alcuni congressi internazionali. Tuttavia, è soprattutto nel campo delle tecnologie del sonno che ho ricevuto i riconoscimenti più significativi e sono attualmente considerato un esperto nel settore.
Personalmente, ritengo che i riconoscimenti più gratificanti a livello professionale siano quelli in cui le persone utilizzano i miei lavori per far progredire un settore scientifico o come base per lo sviluppo di nuove tecnologie. È in quei momenti che inizi a comprendere l'impatto che puoi avere sulla scienza, sul mondo e sulle vite delle persone.
Al giorno d’oggi quale sarebbe il tuo sogno, realizzabile?
Tornare nel mio Paese, l'Italia. Riabbracciare i miei cari, perdermi nelle vette delle Dolomiti e, dal punto di vista professionale, continuare ad avere un impatto sul mondo, seppur nel mio piccolo.
Quante volte solitamente torni in Trentino, che rapporto hai con il territorio e sei riuscito a mantenere qualche rapporto di amicizia in Trentino?
Rientro una o due volte all'anno. Fortunatamente, ho sempre avuto la possibilità di lavorare da remoto e quando torno posso fermarmi per un mese. Direi che ho molti amici in Trentino e buona parte di loro li sento quotidianamente. Crescere con degli amici porta con sé un legame speciale, una sorta di forza che rimane intatta nel corso degli anni. È bello poter tornare a casa e ritrovare quel senso di appartenenza e condivisione che solo gli amici veri sanno regalare.
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