Descrizione
Ciao Michael, da dove proviene la tua famiglia? vuoi raccontarci?
Mio padre è nato e cresciuto a Revò in Val di Non. Mia mamma è nata e cresciuta a Tregiovo (Fraz. Di Revò). Mia nonna materna è nata ad Hazleton Pennsylvania nel 1899, ma è tornata a Tregiovo nel 1902. Con quella cittadinanza, è potuta tornare negli Stati Uniti con mia mamma ed alcuni fratelli e sorelle nel 1960 e si sono stabilite a Brooklyn. Mia mamma è rimasta in contatto con mio padre e poi è tornata ancora in Val di Non nel 1964 per sposarsi. Entrambi poi sono tornati insieme a New York, dove poco dopo è nato mio fratello Robert nel 1969 ed io poi nel 1972. Mio papà era un falegname in Val di Non e qui a New York ha fondato una falegnameria. È riuscito col supporto di mia mamma a raggiungere il ”Sogno Americano”.
Dove sei nato, dove vivi ora e dove sei cresciuto?
Io sono nato e cresciuto a Brooklyn e ora abito nel Queens nella città di New York. Ho studiato a Manhattan. Ho vissuto a Washington DC ed anche a Boston, ma sono sempre tornato a New York in vari quartieri, perché alla vita frenetica ci sono abituato e poi mi piace tantissimo.
Cosa fai nella vita oggi? che studi hai fatto?
Oggi ho due imprese. Ho fondato Tyrolsport oltre vent’anni fa ed ora ho sei dipendenti. È sostanzialmente un'autofficina dove adatto le macchine per fare le corse automobilistiche.
L’altra impresa che dirigo è una ditta di demolizione e smaltimento ed è ora in fase di crescita, si chiama Dimola Waste ed è composta da quattro dipendenti.
I miei studi li ho potuti svolgere in uno dei licei più rinomati di New York denominato Stuyvesant a Manhattan. Mi sono poi anche laureato in lingue all'università (studiando Italiano/Francese/Spagnolo). Il mio dottorato (Masters in Business Administration) lo ho svolto poi presso la Georgetown University a Washington DC.
Qual è stato il tuo primo lavoro?
Durante l’estate o quando non c’era scuola ho sempre lavorato in falegnameria con mio papà e mio fratello. Mio papà non voleva che io lo seguissi, facendo la sua stessa professione, anche perché aveva sempre la mentalità del migrante anche nei miei confronti e pertanto dovevo diventare un dottore o un avvocato, almeno uno dei due figli si sarebbe dovuto laureare ed avere un “qualcosa d’importante in mano”. Quando andavo a scuola, lavoravo di sera in un negozio che noleggiava videocassette. A volte lavoravo 40 ore in settimane la sera dalle quattro del pomeriggio a mezzanotte, oltre che andare al liceo. Non c’era molto da fare a quei tempi se non studiare, lavorare e dormire. Devo ammettere però che ho un bellissimo ricordo di quel periodo e che mi sono anche divertito tanto. Dopo il mio dottorato nel 1997, ho iniziato a lavorare come consulente di strategia aziendale presso la Greenwich Connecticut: era un lavoro di consulenza prestigioso, anche perché a Manhattan.
L’11 settembre e il dramma delle torri gemelle a New York, cosa hanno significato per te?
Il mio ufficio era a 200 metri da una delle due torri che crollò. Arrivavo sempre alle 8 di mattina per iniziare la giornata lavorativa. La mattina dell’ 11 settembre 2001 decisi di non andare al lavoro. Avevo la passione e l’hobby di curare le corse automobilistiche e mi stavo preparando per una gara che cominciava due giorni dopo. Sicuramente sono salvo grazie a questo, perché il mio ufficio è stato distrutto integralmente quella mattina. Non sono più tornato in quell’ufficio dopo quel giorno.
Successivamente ho deciso di aprire un’officina di meccanica perché ero stanco di portare giacca e cravatta e volevo pensare più a me stesso e alla mia vita.
Come hai vissuto il dopo la strage dell’11 settembre del 2001?
Ho perso due compagni di classe nelle torri. Uno pompiere e un collega d’ufficio. Quel giorno la mia fidanzata, poi diventata mia moglie, aveva un colloquio alle 8:30 al novantesimo piano quella mattina. Era molto in ritardo così chiamò il direttore dell’azienda per cancellare l’appuntamento.
Quella chiamata salvò tutti e due.
Il mondo funziona in modi strani a volte e ci vuole un po’ di fortuna ogni tanto. Di seguito quindi ho iniziato con la nuova impresa ed ho trovato tanto, tanto successo e soddisfazioni, anche tanto stress, ma alla fine è stata la decisione migliore e più giusta.
Il lavoro che facevi prima e il lavoro che fai adesso, di certo molto diversi, ci vuoi spiegare? come ti senti ora con il lavoro che fai?
Prima stavo in ufficio circondato da gente molto ricca, molto intelligente e scaltra. Staccato dal mondo cosiddetto normale frequentavo cene da oltre mille dollari (nel ‘97!) alla volta. Poi vino, gioielli, macchine, Wall street. Contratti da miliardi, teorie, carte, presentazioni, idee, strategie. Politica, tanta politica. Micidiale. Niente di concreto. Niente di tangibile, ma tanta tanta aria.
Ho imparato tantissimo ed ho apprezzato come funziona quel mondo “oltre oceano” tra la classe alta ed il “resto”, ma non era per me. Era qualcosa di finto, di anormale e prepotente.
Il mio posto nel mondo era quello in cui mi potessi “inoltrare” nel lavoro a tutto tondo, vestendo anche le “braghe” sporche ma con la consapevolezza di aver creato e fatto qualcosa di mio e di concreto alla fine della giornata.
Era un mondo strano per me quello in ufficio a Manhattan, essendo cresciuto in una falegnameria e figlio di emigrati, ho deciso di ritornare alle mie radici ed oggi a distanza di anni posso dire di sentirmi realmente: felice.
Hai una tua famiglia?
Mi sono sposato nel 2009 a Croviana in Val di Sole. Mia moglie è nata e cresciuta in Ghana. Si è innamorata subito del Trentino e della mia famiglia originaria della val di Non. Abbiamo avuto un figlio nel 2010, ed una figlia nel 2012. Viviamo tranquillamente a New York, con i nostri figli e con loro parlo in italiano e noneso, poi spesso veniamo in Trentino in vacanza anche perché sento molto forte ancora il legame con la mia terra d’origine.
Quali sono i tuoi interessi principali su cui ti concentri maggiormente e che ti piacciono?
A parte spingere sull’educazione ed insegnare a ragionare con i miei figli, sono appassionato di storia, scienza ed ingegneria. Leggo tanto. Seguo la borsa e le azioni. In quanto a sport, mi piace andare in bicicletta e fare trekking, specialmente quando torno in Trentino.
Adesso che ho un po’ più tempo, i miei bambini stanno crescendo e sono un po’ più autonomi, di conseguenza anch’io sono un po’ più libero e cerco di portare avanti la mia passione di sempre, le gare in macchina. A breve mi piacerebbe tornare in Trentino per fare delle gare automobilistiche. La Trento-Bondone? è il mio grande sogno!!!
Che rapporti hai con il Trentino ora, hai dei progetti che ti piacerebbe sviluppare in Trentino o con il Trentino?
Un altro grande sogno è sempre stato quello di aprire un ristorante/punto vendita Trentino a New York. Assumere cuochi, camerieri trentini che vogliono fare uno stage a New York e vendere prodotti trentini. Tutto ciò nella storica sede del Circolo Trentino di New York, che tra l’altro dirigo. Ce la farò.
Ti piacerebbe lasciare un messaggio a tutti i lettori e alla Community di MondoTrentino?
Il mio messaggio è questo:
in questo mondo d’oggi, è importante non essere un discepolo di nessuna persona o di nessun partito politico. Avere invece la pazienza e l’intelligenza di capire i vari punti di vista. Bilanciare tutto. Pensaci sopra. Il mondo non è né bianco né nero. È tutto grigio.