Serena Beber

trentina e con uno sguardo critico sulla sua stessa terra, passa gran parte del suo tempo all'estero lavorando come interprete e guida turistica

Data: Martedì, 12 Marzo 2024

Immagine: 1_Serena Beber_iceberg
© Serena Beber - Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

Descrizione

Immagine: Baia di Jokulsarlon - Islanda

Chi sei e di dove sei originaria ? Dove lavori e vivi ora?

Mi chiamo Serena, sono un’accompagnatrice turistica e tra le altre cose sono nata e cresciuta a Pergine Valsugana.

Sono residente in Italia ma passo più o meno 7 mesi in viaggio con i miei gruppi.

Quale percorso di studi hai svolto e dove?

Dopo aver frequentato il liceo linguistico a Trento, all’Arcivescovile, mi sono laureata alla Scuola Interpreti di Trieste.

Che lavori hai fatto dopo la Laurea e quando decidi di lavorare all’estero? 

Ho frequentato il 4 anno delle superiori in Nuova Zelanda con il programma Intercultura e già allora avevo deciso di lavorare all'estero. Dopo la laurea ho lavorato come interprete in Italia, Olanda e Irlanda, ma sono rientrata presto nel mondo del turismo perché lo trovavo più stimolante. Ho lavorato quindi come guida turistica prima in Triveneto e poi mi sono spostata in Tanzania, dove ho diretto per alcuni anni con mio marito - zanzibarino - un centro immersioni e un piccolo tour operator di nostra proprietà. Con la crisi dovuta alla spinta indipendentista dell'isola di Zanzibar è cambiato l'ambiente che è diventato non più sicuro per gli stranieri e sono rientrata in Italia. Ho lavorato qualche anno per l'Università di Trento e poi sono partita nuovamente per il nord Europa: inizialmente in Norvegia, poi in Finlandia e Islanda e quest'anno ad aprile andrò anche in Groenlandia.

Da dove deriva la tua passione per l’estero, in quali paesi sei stata?

Grazie alla mia famiglia ho avuto l'opportunità di passare parte del 4 anno di superiori in Nuova Zelanda, lo stesso anno sono stata in Irlanda e ho cercato di spostarmi ovunque trovavo qualcosa di nuovo e interessante da scoprire, trasmettere, conoscere. Nel corso degli anni ho viaggiato molto, per lavoro e piacere, in tutti i continenti.

Come trovi il lavoro? Chi te lo commissiona oppure ti viene offerto, da chi per esempio? 

Dopo qualche anno funziona tutto per passaparola: la reputazione conta tantissimo e ora come ora sono molti i lavori che devo rifiutare perché sono già impegnata. A volte lavoro ancora come interprete, spesso per strutture trentine (Provincia Autonoma di Trento, MUSE, Associazione Trentini nel mondo).

Immagine: A volte i clienti si accompagnano in motoslitta

Ci puoi raccontare cosa per te significa poter rimanere all'estero, quando ritorni quali novità riscontri in generale in Italia e in Trentino?

Purtroppo i rientri sono faticosi: la burocrazia, l'intolleranza, la violenza domestica che trovo crescenti mi spaventano e trovo triste la supponenza della nostra provincia e regione nel continuare ciecamente a voler ignorare i problemi, preferendo un autocompiacimento che deriva dal paragonarsi a regioni meno fortunate. Credo che i modelli e i paragoni, nella vita come nella politica, dovrebbero essere quelli a cui ambire. A volte mi viene da pensare, come dice la pubblicità, “Vi piace vincere facile!”. Dall'estero sembra che in Provincia la questione della tutela ambientale sia trascurata e delle soluzioni violente e antidemocratiche a volte adottate risuonano ancora peggio. Quello che in Scandinavia è ricchezza in Trentino è considerato pericoloso. Quello che in Scandinavia sarebbe oggetto di dialogo con l'opinione pubblica, in Trentino passa per le mani di una politica che ama il monologo.

Quale o quali sono i paesi in cui ti trovi meglio per lavoro, luoghi che preferisci e perché? 

Tutta la Scandinavia: lì ho imparato la vera uguaglianza, la meritocrazia, un' invidiabile etica del lavoro e un continuo bilanciamento tra vita professionale e personale: nota bene “personale” e non “familiare”. In Italia chi non ha figli piccoli è trattato come un lavoratore di serie B, come se lo spazio individuale da dedicare a se stessi, ai propri amici o genitori, valesse meno di quello di genitori di bambini piccoli. 

Immagine: Tra le renne, Lyngen Alps, Norvegia

Da quanto tempo fai questo lavoro, sei riuscita ad entrare in contatto con persone non solo per lavoro, ma con cui avere un rapporto più stretto? hai famiglia? 

Sì, gli scandinavi non si aprono velocemente, ma sono molto accoglienti. Impiegano però molto ad entrare in confidenza. La sauna e l'alcol aiutano molto! Non ho una famiglia tradizionale come si ama chiamarla oggi. Appartengo al popolo nomade e variegato delle guide e degli accompagnatori turistici: ci si conosce in un paese, ci si incontra in un altro e si finisce per lavorare insieme in un altro ancora! A Natale per esempio sono andata ad un matrimonio in Thailandia di un amico siciliano con cui ho lavorato qualche anno fa in Finlandia!

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Muovetevi, uscite dal Trentino, assorbite idee, modalità, procedure nuove e fresche e poi, se ne avrete voglia, tornate e diffondetele. Io purtroppo mi sono disamorata della nostra terra e non vedo grande spazio di manovra. Ma è un'opinione sicuramente criticabile e forse anche un po' egoista la mia.

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Ultimo aggiornamento:Martedì, 12 Marzo 2024