Tobia Zambotti

si definisce un designer eclettico, è trentino, vive e lavora in Islanda

Data: Martedì, 06 Febbraio 2024

Immagine: 1_Unsplash_Islanda
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Descrizione

Immagine: io nel mio ultimo progetto

Chi sei e di dove sei?

Mi chiamo Tobia e sono nato a Pergine Valsugana 33 anni fa.

Sono papà di Michelangelo e Giulio Óli, compagno di avventure di Benedetta e come ultima cosa sono un designer d’interni eclettico, coraggioso e sperimentale.

Qual è stato il tuo percorso formativo e dove ti ha portato?

Dopo il liceo A. Vittoria di Trento ho frequentato la facoltà di architettura all’università di Venezia. Mi sono poi specializzato in design d’interni presso il Politecnico di Milano. Subito dopo la laurea sono partito per Shanghai dove ho lavorato come designer d’interni con Alberto Caiola .

Qual è stato l’impatto con la cultura cinese? Cosa ha significato per te lavorare in Cina?

In Cina la mia crescita professionale e la passione per il design d’interni sono cresciute in maniera esponenziale in quanto la città è leader mondiale di sperimentazione in questo ambito.

Shanghai è una città molto internazionale quindi l’ambientamento per me è stato abbastanza semplice e veloce. Lavorare in Cina significa, perlomeno nel mio settore, lavorare tanto ma sempre con gran entusiasmo perché le soddisfazioni sono spesso  immediate e considerevoli.

Immagine: shanghai

Dove vivi oggi e cosa fai?

Vivo a Reykjavik dal 2019. Ho lasciato infatti il mio posto di lavoro a Shanghai per provare a costruire il mio percorso professionale da “designer solista” in una città in crescita e continua evoluzione. Qui in Islanda ho riscoperto il concetto di privacy e intimità contornate da una sana lentezza che non sacrifica mai la produttività, ma la accompagna più dolcemente.

Quanto spazio c'è in Trentino per il mondo del design e i suoi amanti?

Non credo che il Trentino sia un territorio particolarmente fertile per il design contemporaneo. Lo dico con grande onestà e un briciolo di tristezza. Credo che la nostra regione non sia contaminata a sufficienza, dal punto di vista culturale, inoltre gli stimoli creativi e visivi che offre il territorio raramente escono dalla comfort zone. Per fare, commissionare o semplicemente riuscire ad apprezzare il design contemporaneo bisogna essere curiosi, aggiornati, tolleranti. É necessario saper osservare senza pregiudizi e senza invidie. É fondamentale rischiare e osare, senza aver paura di sbagliare o di essere giudicati. Sono caratteristiche che ho trovato a Milano, a Shanghai e in tante altre grandi città, non in Trentino.

Hai una compagna di lunga data, come avete deciso di trasferirvi in Islanda?

Se oggi sono a Reykjavik è proprio merito/colpa della mia compagna di vita Benedetta. Nel 2014 lei ha fatto sei mesi di Erasmus a Reykjavik nei quali si è letteralmente innamorata della città e della natura circostante. Durante il mio periodo in Cina ha fatto quello che poteva per convincermi a trasferirmi in Islanda, e di questo gliene sarò sempre grato.

Com’è vivere e lavorare in Islanda? Avete una vita sociale?

Siamo felici della nostra vita a Reykjavik, c’è un buon equilibrio tra tempo di qualità passato con la famiglia e il tempo passato in ufficio. L’atmosfera a Reykjavik è vibrante e positiva, si percepisce ottimismo. La città è sicura, pulita ed estremamente inclusiva soprattutto nei confronti dei bambini.

Abbiamo la vita sociale di una coppia con due bimbi piccoli che non ha l’aiuto dei nonni (è dura dura), quindi per ragioni di tempo abbiamo sposato la teoria dei “pochi ma buoni”. Gli islandesi impiegano parecchio tempo ad aprirsi allo “straniero” ma una volta che lo fanno (se lo fanno) si può creare un legame intenso: caratteristica che secondo me li accomuna a noi trentini.

Immagine: io e benedetta alla blue lagoon

Quali progetti avete per il futuro? Avete intenzione di rientrare in Trentino?

L’idea di tornare un giorno in Trentino con i nostri bambini è sicuramente attuale nei nostri pensieri ma oltre all’aspetto romantico dell’idea dobbiamo essere lucidi nell’immaginare la nostra vita (in modo particolare quella professionale) in un ambiente che al momento offre poche possibilità e che personalmente vedo in costante declino, specialmente a livello culturale.

Vorrei ritornare un giorno per diventare un valore aggiunto per il nostro territorio, sperando però che nel frattempo il Trentino sia diventata una regione meno burocratizzata, più internazionale e più ambiziosa.

Che rapporto hai con il Trentino?

Ho vissuto in Trentino i miei primi 19 anni di vita e quindi chiaramente conservo ricordi intensi e dolci sui luoghi e sulle persone, è anche per questo motivo che cerchiamo di tornare spesso, in modo da alimentare i rapporti umani con amici e famigliari ma soprattutto per trasmettere ai nostri figli, che sono nati entrambi a Reykjavik, la sensazione di sentirsi a casa anche a 3500 km di distanza.

Tutte le volte che torno apprezzo tutti i pregi del luogo, ma non riesco a non vederne anche i difetti, quelli che mi hanno spinto ad andarmene, principalmente assenza di elasticità mentale e di una visione internazionale.

Pensi di riuscire a trasferire il tuo lavoro in Italia e in Trentino?

Credo che al momento potrei farlo solamente se accettassi di ridimensionare il livello di sperimentazione creativa, ambizione di crescita professionale ed economica. 

Vorresti lasciare un messaggio a chi ti legge e alla Community di MondoTrentino?

Spero che la mia storia possa scaturire in voi considerazioni costruttive e positive. 

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Ultimo aggiornamento:Martedì, 06 Febbraio 2024